Poterle ammirare dal vivo è come poter respirare storia e cultura. Tra le presenti nella collezione c’è anche l’analoga Triumph che nel 1910 con un solo pilota Catt, per affermare la sua affidabilità meccanica e la praticità, percorse 4115 miglia in sei giorni. C’è la moto Frera, costruita a Tradate, la fabbrica Italiana più importante dall’inizio secolo fino verso la fine degli anni venti, la più usata dai militari dell’Esercito Italiano nella prima guerra mondiale, complice di numerosi successi bellici. Dal 1900 al 1930 ben seicento piloti hanno cavalcato questo marchio nelle competizioni del periodo con esiti sempre onorevoli e con innumerevoli vittorie. Ci sono le eterne rivali degli anni dieci e venti, le Harley Davidson e le lndian che, oltrepassato l’oceano hanno seguitato a prevaricarsi nei risultati delle competizioni, anche in Italia. Morbidelli era profondamente legato al territorio ed è pertanto spiegabile la presenza di ben 18 esemplari della produzione Benelli, fabbrica pesarese famosa per la qualità del prodotto, per l’innovazione continua e per i risultati sportivi.
Morbidelli un uomo coraggioso e capace come pochi di trasformare i sogni in realtà. Doveroso ricordare la costruzione di una moto ad uso non competitivo ma esclusivamente stradale con un motore ad otto cilindri che nessun altro costruttore aveva azzardato. Un capolavoro che molti collezionisti e musei si erano prenotati per avere il nome Morbidelli nella loro esposizione fra i loro cimeli, purtroppo la produzione si è limitata a tre esemplari. Non si può ignorare un’altra caratteristica di Giancarlo come progettista e provetto disegnatore che nei suoi momenti destinati al relax entra costantemente in un sogno: effettuare modifiche su moto di piccole cilindrate come la Laverda, la Motom, la Ducati, la Innocenti, la Piaggio, Rumi, ecc. trasformandole in monoalbero, bialbero o pluricilindriche. Elaborazioni non sempre comprese dai puristi della storicità ma per Giancarlo rappresentava il vero svago come una partita a biliardo o una partita a carte.
Conoscere Giancarlo è stato un onore, collaborare con lui su argomenti vari è stato un piacere, sicuramente sempre più imparando che insegnando. Ci sarebbe da raccontare più di una storia per ogni moto presente, moltissimi aneddoti vissuti ma crediamo opportuno fare una sintesi sulle marche di moto della collezione Morbidelli prendendo in considerazione in particolar modo le marche italiane e la loro importanza storica e non i singoli modelli la cui descrizione finirebbe essere praticamente una scheda tecnica. L’importanza di un veicolo storico può essere considerato e valutato culturalmente per la tecnica, la rarità, l’interesse mostrato sul mercato, il percorso di vita specifica se conosciuta, la nazionalità, ecc. Delle settanta moto in causa cinquanta sono di nazionalità italiana rappresentate da ben undici marche che hanno veramente segnato la storia nazionale e anche internazionale. Partendo dalle più antiche possiamo citare la moto Frera, fabbricata a Tradate, la marca italiana più importante e rappresentativa nei primi decenni del secolo 900, fornitrice ufficiale del Regio Esercito nella Grande Guerra ha prodotto infinità di modelli per tutti gli usi e per tutte le esigenze; con e senza sidecar per ogni tipo di trasporto, di tutte le cilindrate dal 175 cc al 1140 cc, per turismo e per competizioni, valvole laterali e valvole in testa, a 2 valvole e 4 Valvole, motori monocilindrici, a 2 tempi e 4 tempi, bicilindrici con cilindri a 45° e a 90° Bianchi: dal 1926 al 1929 nella categoria 350 con il modello Freccia Celeste di 350 cc., caposquadra Tazio Nuvolari, fa si che altri concorrenti con la medesima categoria non si presentassero alle competizioni in quanto sicuramente non avrebbero neanche ottenuto un semplice piazzamento d’onore.
Stucchi: una marca che a inizio secolo prepara i tricicli dove nelle competizioni Bugatti si cimenta dettando legge. Moto Guzzi: la moto riconosciuta per eccellenza, marca indistruttibile che vince già il primo campionato d’Europa nel 1924 e che umilierà gli inglesi vincendo il Tourist Trophy nel 1935 con la famosa bicilindrica in quella terra d’oltremare dove proprio in quel periodo storico il livello costruttivo motociclistico era in cima all’olimpo del mondo. La Moto Guzzi segnerà poi una svolta determinante sul rendimento dei motori frazionati costruendo il famoso modello otto cilindri che purtroppo non avrà modo di espletare tutte le sue possibilità per il patto d’astensione delle varie case motociclistiche sulle competizioni nel 1957.
Benelli: una ditta particolarmente scrupolosa e con una meccanica raffinata tanto da ottenere continue vittorie con cilindrata contenuta di 175 cc. e successivamente 250 cc. con i famosi motori bialbero fino a raggiungere la vittoria del Campionato del mondo nel 1950 con Dario Ambrosini. Alla fine degli anni quaranta Benelli, Beretta e Castelbarco progettano e costruiscono una vettura utilitaria denominata BBC, particolarmente interessante in grado di crearsi un mercato ma verrà condizionata e osteggiata dalla mamma delle auto italiane, la FIAT. Oggi la BBC rappresenta un trofeo importante per la Nazione grazie ancora una volta all’operazione in complemento di ASI e i Beni Culturali, affinché detta vettura sia tornata nel suo paese d’origine. Gilera: stabilisce record di velocità in campo mondiale e che vince nel 1939 il Gran Premio di Germania con il pilota Dorino Serafini facendo sì che Hitler in persona abbandonasse il palco d’onore non consegnasse il trofeo preparato per il pronosticato vincitore che doveva essere il pilota Georg Meier su BMW. Altre marche CM, MM, presenti nel lotto, torse meno note ma con tecnologia d’avanguardia e costruite nella regione votata per eccellenza al motorismo, l’Emilia Romagna, terra conosciuta in tutto il mondo come la terra dei motori con i suoi molteplici piloti e in particolare sul motorismo in senso lato, non a caso in questa terra sono sorte decine di case costruttrici di moto, di Auto ed oggi annovera anche musei e collezioni di importanza rilevante del settore.